Il mio nome è speranza

Festa Tuttopace: cortei di bambini e bambine, ragazzi e ragazze da quattro piazze della città fino a raggiungere piazza Duomo per una festa condivisa.
Una bandiera della pace che sventola in Piazza Duomo a Trento
© Sara Facenda - Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)

Descrizione

Un mercoledì di sole, di quelli che ti fanno venire voglia di cantare a squarciagola. E in effetti, in piazza Duomo, a Trento, si cantava eccome. Duemila bambinə e ragazzə si sono ritrovatə nel cuore della città per celebrare insieme la Giornata della Pace. Il titolo scelto per quest’anno? “Il mio nome è speranza”. E di speranza, tra disegni colorati, danze e cori allegri, ce n’era davvero tanta.

Dai nidi agli istituti superiori, tutta la città si è messa in movimento. Quattro cortei sono partiti in contemporanea da piazza Fiera, piazza Dante, Santa Maria Maggiore e piazza Battisti, attraversando il centro storico con tamburi, stornelli e bandiere arcobaleno. Chi passava per via Belenzani non poteva non fermarsi: un’esplosione di cartelloni e disegni realizzati dallə studentə, ispiratə ai libri “Guerra lasciaci in pace” e “Bisognerà”, ha trasformato la via in una galleria d’arte a cielo aperto.

Sul palco, davanti a una folla sorridente e piena di energia, sono stati premiati i “testimoni di pace” scelti proprio dallə ragazzə: volontariə in ospedale, cittadinə che si prendono cura del verde pubblico, promotori di giornate dedicate al riuso. Segni concreti di come la pace si costruisca ogni giorno, con piccoli gesti silenziosi ma potenti.

La 3ª F delle scuole Bresadola ha emozionato tuttə con il suo inno “Traguardi”, passato simbolicamente alla 1ª F come promessa di continuità.  A rendere la giornata ancora più magica, trampolieri, danze collettive e centinaia di biglietti scritti a mano dallə bambinə con pensieri semplici, ma profondi, da donare agli adulti.

E non finisce qui: la vice sindaca ha promesso che quei messaggi pieni di sogni e verità saranno consegnati direttamente al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Perché la pace non è solo un’idea: è un percorso che parte dai banchi di scuola e arriva fino ai palazzi più alti, passando per le mani piccole ma determinate di chi crede davvero che un altro mondo sia possibile.

A Trento, quel giorno, la pace non è stata solo una parola. Ha avuto il volto di duemila giovani sognatori e sognatrici e il calore di un sole gentile. E sì, per un giorno intero, il nome della città è stato davvero Speranza.