Le lauree ai tempi del coronavirus | Contest di Giornalismo Partecipativo

Francesca Fiori ci porta a casa dei neodottori.
Immagine: foto laurea
© unsplash - Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)

Descrizione

“Mi sono laureata in cucina, circondata da fornelli e corn-flakes. Sul tavolo solo il computer e una bottiglietta d’acqua. Alle 13.30 la schermata si è accesa, mostrandomi l’intera commissione di laurea. Non me lo aspettavo, ma ero agitata lo stesso, nonostante fosse tutto diverso da come avevo sognato. Con la voce emozionata ho discusso la mia tesi di laurea. Poi è arrivato il momento atteso da cinque anni: dottoressa in giurisprudenza con votazione 108/110. Non ho trattenuto le lacrime di gioia.”

Beatrice è stata una dei 1224 studenti dell’Ateneo trentino a sperimentare la laurea in modalità telematica, a causa dell’emergenza sanitaria. Come nel resto del Paese, anche l’Università di Trento ha dovuto chiudere le aule, ma non si è
fermata: a distanza, dalla propria abitazione, la vita accademica è continuata con l’aiuto della tecnologia.
Così, anche il momento più importante, conclusivo di un ciclo di studi molto spesso faticoso, è stato celebrato in un’aula virtuale, senza strette di mano, abbracci della famiglia e festa di laurea.

Michele, neodottore in Biotecnologie, ci racconta: “Sinceramente non riuscivo a crederci. Era tutto pronto, i miei genitori avevano prenotato il volo dalla Sardegna e io avrei indossato la mia prima cravatta. I compagni di corso con cui ho condiviso gioia e fatica del mio percorso universitario mi hanno sbeffeggiato invitandomi a cercare la nuvoletta di Fantozzi sopra la mia testa”. Il neodottore prosegue: “Volendo vedere il bicchiere mezzo pieno, di certo ho affrontato la
discussione con meno ansia e il fatto di essere in un ambiente domestico mi ha permesso di sentirmi meno in  imbarazzo”. Il giovane fuorisede rimanda ogni festeggiamento vis a vis a quando l’emergenza sanitaria sarà finita: “Coglierò l’occasione per festeggiare due volte, ora con un pranzo di pesce preparato da me e condiviso in streaming con la mia famiglia e presto con una grigliata in riva al mare con tutti i miei amici”.

Insomma, tra il dispiacere per la mancata atmosfera e i progetti per il futuro, i giovani che hanno vissuto questa inedita situazione non disperano eccessivamente, strizzando l’occhiolino anche a quelle tecnologie che, nel loro lungo percorso universitario, li hanno sfiniti in ore e ore di studio. 

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Data: Martedì, 19 Maggio 2020