Descrizione
Movida a rischio di estinzione: un problema politico?
Parigi è la città dei musei, dei monumenti e delle boutique del lusso. Di giorno brulica di turisti e Franciliens, i lavoratori pendolari dell'Île-de-France e delle periferie, ma quando arriva la sera si svuota: alle 00.30 la maggior parte dei caffè e dei ristoranti è già chiusa e la metro smette di funzionare.
Nel 2009 la questione diventa di interesse pubblico. Il collettivo Nuit Vive lancia la petizione Quando la notte muore in silenzio, che in pochi giorni raccoglie più di 6000 firme. Il Comune commissiona una ricerca alla prestigiosa Scuola di Guerra Economica, specializzata in business intelligence. Otto mesi di lavoro portano alla pubblicazione del volume Perché le notti parigine fanno schifo (e non creano posti di lavoro): il titolo è forte e dice tutto sulla gravità della situazione. La ville lumière pare sul punto di essere relegata al rango di capitale europea del sonno. Le cause invocate sono strutturali (l'urbanizzazione ipercentralizzata), economiche (i costi molto alti) e soprattutto politiche: alle forze dell’ordine viene imputato di gestire i problemi di disturbo della quiete pubblica in maniera repressiva, imponendo chiusure forzate, costosi lavori di insonorizzazione e multe.
L’amministrazione comunale, consapevole della posta in gioco, passa all’azione. Nel 2010 convoca gli Stati Generali della Notte, nel 2014 crea il Consiglio della Notte, incaricato di sviluppare una politica partecipativa per la promozione della vita notturna, e nel 2016 istituisce il Comitato dei Nottambuli, con il compito di progettare iniziative ad hoc per il popolo della notte.
Per competere con le capitali del divertimento notturno – Amsterdam, Berlino, Barcellona e Londra – la città sceglie di puntare su un’offerta di qualità, ibrida, fluida e intelligente: viene incentivata la creazione di luoghi polifunzionali (spazi di coworking, fab lab, officine artistiche, temporary club) attivi sia di giorno che di notte; numerose aree periferiche vengono rilanciate con la costruzione di discoteche e sale da concerto. Grazie a una partnership con le Ferrovie francesi, inoltre, vecchie stazioni abbandonate, tunnel, depositi e gallerie dismesse trovano nuova vita come poli della movida.
La decentralizzazione corre in parallelo con gli sforzi del Comune per migliorare la mobilità notturna: viene aumentata la frequenza dei Noctilien, gli autobus in servizio fino all’alba, e un sabato al mese la metro rimane aperta 24h/24. Per ora il servizio è sperimentale, ma è probabile che diventi permanente.
Dieci anni di impegno hanno dato i loro frutti: il bilancio 2014-2020 del Consiglio della Notte chiude decisamente in positivo. Oggi l’amministrazione si trova a fronteggiare l’emergenza sanitaria, ma una cosa è certa: nemmeno la pandemia è destinata a fermare lo sviluppo della vita notturna parigina. «Anche confinata, Parigi rimane la capitale della notte!»: le parole della municipalità sono una promessa.